domenica 29 settembre 2024

RESPONSABILI ALTEZZOSI PERFINO NELLE RADIO LOCALI

 Recentemente ho contattato un paio di responsabili di radio locali per chiedere di avere uno spazio all'interno dei loro palinsesti onde poter presentare il mio ultimo romanzo "Giallo Salento".

Ho tentato un primo contatto via mail ma non c'è stato alcun riscontro.
Quindi ho chiesto ad un mio conoscente di fornirmi i nominativi delle responsabili al fine di operare un secondo contatto, stavolta via WhatsApp.
La prima delle due mi ha risposto quasi subito dimostrando una certa disponibilità al progetto.
Così le ho fornito ulteriori ragguagli inoltrandole il mio sito e altri riferimenti dell'opera.
E' trascorso circa un mese e da allora silenzio assoluto.
Manco un saluto di circostanza ad un altro tentativo di contatto da parte mia avvenuto alcuni giorni fa.
La seconda responsabile ha letto il mio messaggio su WhatsApp dopo diversi giorni.
Quando mi ha contattato ha dimostrato subito una certa freddezza e maleducazione (nessun saluto, né le solite frasi di circostanza..)
Dopo averle mandato il mio sito e altri riferimenti dell'opera, si è limitata a richiedermi una copia gratuita dell'opera al fine di poterla leggere preventivamente.
Mi sono recato quindi personalmente in un punto concordato vicino alla sede della radio lasciandovi il libro.
Da allora nessun riscontro.
Manco un saluto.
Manco un grazie.
A questo punto è ovvio che non sprecherò ulteriormente tempo e denaro dietro a questi due fenomeni di altezzosità.
Nel primo caso, perché ritengo che un riscontro nei confronti di chi ha impiegato parte del proprio tempo a contattarti (dandoti quindi una certa considerazione per ciò che sei e che fai) dovrebbe essere non soltanto doveroso, ma anche una semplice dimostrazione di rispetto.
Nel secondo caso, il tempo che le ho dedicato è stato ancora maggiore e come ritorno ho ricevuto poco o niente. Risultati finora: una copia del libro regalato e un atteggiamento maleducato nei miei riguardi che non merito affatto.
Stiamo parlando di due radio locali con un'utenza piuttosto limitata rispetto ad altre di maggior spessore.
Eppure io ho dato loro considerazione contattandole perché la vicenda narrata essendo contestualizzata nella terra in cui attualmente risiedo, ho ritenuto che dovessero avere una certa priorità ad altre che hanno bacini d'utenza molto diversi.
Ovviamente avrei pagato la mia presenza in entrambe le radio ma se questo è il trattamento che riservano a chi le interpella penso che non sia il caso di averci a che fare.
Se poi anche in simili ambiti è necessaria una raccomandazione o essere un VIP, allora a maggior ragione ritengo che sia meglio guardare altrove e privilegiare quelle radio (una in Piemonte e una in Toscana e con bacini d'utenza di un certo rilievo, perfino all'estero) con le quali collaboro da quando sono scrittore e che mi hanno sempre trattato con rispetto e una giusta considerazione.

Yvan Rettore




mercoledì 25 settembre 2024

IL DECENNIO CHE HA UCCISO LA POLITICA

 Ormai è indubbio che il decennio precedente abbia segnato la fine della politica.

L’involuzione a cui siamo stati costretti ad assistere è stata davvero inarrestabile e sotto certi aspetti perfino sconvolgente.

I social network che avrebbero dovuto consentire una maggior capacità di dialogo e di comprensione tra le persone sono ormai divenuti delle vere e proprie incubatrici di manipolazioni di massa.

Al di là delle notizie false, vi vengono esaltati e diffusi ad arte comportamenti negativi, odio e intolleranza in varie forme.

I politici, malati più che mai di personalismo acuto e di protagonismo, ricorrono quotidianamente a tali piattaforme virtuali.

I leader di partito hanno addirittura vere e proprie squadre di dipendenti al loro servizio attraverso le quali vi rilasciano dichiarazioni spesso con ritmi frenetici e notevolmente invasivi.

La stampa tradizionale si accoda a questo modo di fare diffondendovi qualsiasi frase venga scritta, svuotando così il valore della notizia che dovrebbe essere quello di informare e non di disinformare, creando confusione e parlando di cose prive di senso e di valore e spesso incoerenti.

Il giornalismo d’inchiesta è ormai ridotto all’osso e nella maggior parte dei casi viene ostacolato o ignorato del tutto perché votato a fornire notizie oggettive fondate su azioni di denuncia di un fatto esistente.

Quindi di fatto rimane assente dai social network.

Gli utenti vi perdono ore e ore a parlare e sparlare di temi di cui hanno una conoscenza relativa, giungendo spesso a scrivere esternazioni intrise di odio e comportandosi come se dovessero duellare costantemente con chi non la pensa come loro anziché cercare un confronto sereno e costruttivo col prossimo.

La TV è ormai letteralmente invasa da trasmissioni politiche in cui si parla tanto ma in cui non si dice praticamente nulla.

Le frasi ad effetto e gli slogan contano infatti molto di più dei contenuti, fenomeno dilagante sostenuto dal fatto inequivocabile che sempre più spesso i leader politici non risultano preparati e competenti sulle materie in cui vengono interpellati.

Ma riuscendo a far passare una certa immagine e/o a sorprendere il pubblico con uscite che fanno audience e che colpiscono l’emotività degli spettatori, questi loro limiti palesi finiscono col passare in secondo piano.

Anche perché è passato il messaggio demenziale che per fare politica non c’è più bisogno di una preparazione né di avere competenze specifiche.

Accettando questa vera e propria assurdità, il livello odierno della politica si è talmente appiattito da avere quasi del tutto snaturato ed inficiato tutte le attività che dovrebbero promuoverla ed affermarla in una dimensione positiva per l’insieme della collettività.

Quindi non è un caso che attraverso il lancio di campagne in rete una ragazzina (Greta Thurnberg) sia potuta diventare improvvisamente una leader ambientalista di spessore mondiale o che un movimento di piazza identificato (in modo ridicolo) con un animale ("Le Sardine") sia riuscito a diventare un elemento di cronaca quotidiana sul quale hanno dibattuto perfino politologi autorevoli che invece dovrebbero affrontare temi ben più seri ed interessanti per il bene del Paese.

I partiti in tutto questo si accontentano di strumentalizzare tali movimenti nati e diffusi virtualmente per usarli per fini esclusivamente elettorali.

Infatti, oggi queste entità sono ormai ridotte a veri e propri comitati elettorali perché più che mai in questo periodo la priorità di un politico è quella di essere eletto e non di impegnarsi invece per il bene della collettività di cui dovrebbe rappresentare gli interessi e i diritti.

Tutto questo ha consentito la fine della politica, fatta a pezzi da un sensazionalismo mediatico costruito ad arte per impedire alla gente comune di pensare con la propria testa e di agire ed aggregarsi di conseguenza.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un’amministrazione pubblica sempre più scadente, uno stato sociale sempre più a rischio, un livello culturale sempre più basso e un capitalismo, selvaggio e libero di agire, sempre più affermato e feroce che porta tutti quanti a vivere in una società in modo precario e incivile.

Yvan Rettore




sabato 14 settembre 2024

ONORE AD UNA CANTANTE STRAORDINARIA E DI GRAN CLASSE



Giorni fa è deceduta a 93 anni, un po' in sordina Caterina Valente, autentico monumento della canzone italiana (tanto che Mina era solita chiamarla "La Maestra"), artista eclettica (attrice, chitarrista e conduttrice TV) e cosmopolita (lavorò in tutto il mondo).
Visse il suo momento di gloria in un periodo (che oggi suonerebbe strano) a cavallo tra gli anni '50 e '60 in cui ciò che era fondamentale per sfondare nel mondo della canzone erano le qualità canore che si era in grado di dimostrare.
Senza trucchi, senza artifizi tecnologici, senza manipolazioni sonore.
Dovevi essere bravo, anzi eccelso.
Altrimenti non avevi nessuna possibilità di diventare un cantante degno di questo nome.
Coloro che si cimentavano in quella che definirei a tutti gli effetti un'arte erano soliti vestirsi benissimo, perché cantare davanti ad un pubblico significava onorarne la presenza anche attraverso l'abbigliamento che denotava classe ed eleganza.
Il tutto a coronare una prestazione che cercava di esaltare la bellezza in tutti i sensi.
Oggi siamo ad anni luce da quell'epoca straordinaria che vide l'affermazione di mostri sacri del mondo musicale le cui canzoni hanno sopravvissuto all'usura inevitabile del tempo perché appunto erano fondate sul talento autentico di chi le interpretava e da una classe che nel periodo in cui viviamo raramente si trova.
Non a caso il panorama musicale attuale è dominato da cantanti dalla voce mediocre (o addirittura senza voce) che interpretano brani al limite della decenza musicale (per non dire che di musicale tanti brani non hanno nulla), vestiti a volte peggio dei barboni che affollano le nostre città, il tutto in nome di un'apparenza che si vuole costantemente provocatoria ma che poi finisce col diventare conformista di un mondo ormai dominato dall'apologia del brutto, mentre la sostanza (quella che dovrebbe primeggiare in ogni interpretazione musicale) passa in secondo piano o viene perfino del tutto ignorata.
Ecco perché la scomparsa di Caterina Valente, una grande Signora con la S del nostro patrimonio musicale fa ancora più male.
Quindi a maggior ragione mi inchino di fronte al suo immenso talento che rimarrà tale anche nella sua assenza da questo mondo terreno.

Yvan Rettore



venerdì 13 settembre 2024

FONTANA DI VEGLIE (LE): QUANDO UN INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE STRAVOLGE IL VALORE STORICO-MONUMENTALE DI UN'OPERA

 Ultimamente è stato attivato da parte del comune di Veglie (in provincia di Lecce) un intervento di riqualificazione di una fontana storica sita in Piazza XXIV Maggio.

Recentemente la Regione Puglia ha messo a disposizione dei comuni interessati dei fondi al fine di recuperare queste opere di indubbio valore storico, in quanto risalgono al Ventennio e hanno costituito per diversi la principale fonte di approvvigionamento idrico di varie zone di questa regione.
Ad una prima occhiata guardando le foto allegate a questo articolo appare evidente che questa fontana non rispecchia affatto quella originale, sia per l'aspetto che per il rubinetto (un "giocattolo" in ottone che si può trovare perfino alla Brico).
Trattasi sicuramente di un intervento fatto in economia in quanto un lavoro di restauro avrebbe comportato un risultato ben diverso.
In questo caso, si deve prima di tutto asportare completamente la ruggine che ricopre la ghisa, poi grattare la superficie ripulita da altre impurità e infine verniciare con un prodotto idoneo a mantenere il colore originale dell'oggetto e lucidare il tutto.
Apparentemente tutto questo non sembra essere stato fatto e la mancanza del rubinetto originale (o comunque di un elemento fedele sia nel materiale che nella forma ad esso) dimostra ad un primo impatto che sia stato operato un intervento volto unicamente a riportare la fontana ad una semplice attività funzionale trascurando completamente il suo valore storico.
Purtroppo le attività di restauro comportano tempi e costi importanti che fanno preferire a certe amministrazioni di ricorrere piuttosto a ditte artigianali che non hanno tali competenze e che si accontentano quindi soltanto di riportare in funzione l'opera sulla quale intervengono e di realizzare un aspetto in grado di apparire più decente rispetto alla situazione precedente, ma che alla fine della fiera risulta del tutto diverso rispetto alla sua versione originale.
Conclusione: quest'opera a mio parere non presenta per nulla il valore storico che la contraddistingueva, l'intervento operato è stato realizzato in economia e non presenta nulla di un restauro fatto nei tempi e condizioni che avrebbe richiesto e quindi oggi ci si trova in presenza di una fontana anonima che si può benissimo ritrovare (ovviamente con le dovute differenze) nella sua forma e presenza in una qualsiasi fonderia che costruisce manufatti simili per dimore private e poco altro.
Peccato, ma ormai l'Italia è piena di questi interventi che ledono anziché valorizzare il nostro patrimonio storico-monumentale.
Domina quella che anni fa definii "l'apologia del brutto".
Almeno ci restano le fotografie che testimoniano delle bellezze annientate da questo tanto osannato progresso che invece presenta caratteristiche sempre più involutive che ne inficiano profondamente i processi positivi che sarebbe chiamato a generare per il bene del genere umano.

Prof. Yvan Rettore




sabato 7 settembre 2024

ESTATE 2024: LA NOTTE DELL'ARTE E DELLA CULTURA

Vi sono purtroppo diverse zone del nostro Paese in cui si concentrano un sacco di iniziative nel periodo estivo spacciandole per eventi culturali ed artistici quando invece presentano caratteristiche e carenze che non possono certo essere identificati in quanto tali.

L'estate del 2024 purtroppo non ha fatto eccezione a questa deriva e anzi mi sembra addirittura che vi sia un incremento sensibile di questa tendenza negativa.



Mi è capitato di sentire obbrobri del tipo "di cultura si deve mangiare" o vedere località in cui si confondono prodotti artigianali con opere d'arte, inserite in manifestazioni in cui si trova un po' di tutto, come se ci si trovasse in presenza di un supermercato diviso in corsie tematiche: tentativi effimeri quanto spesso mediocri di esibizioni artistiche (esposizioni di arti figurative, artisti di strada, pittori improvvisati...) che vanno tranquillamente a confondersi con stand di ditte artigiane che presentano manufatti, stand enogastronomici con tavole calde e cucine a cielo aperto (spesso senza prestare una minima attenzione alle dovute misure di sicurezza) con accanto sommelier attivi nel cercare di attrarre la clientela di passaggio per assaggi di vini del territorio, musica di intrattenimento e a volte d'autore (il cui livello in questo caso spesso mortifica letteralmente i grandi nomi del panorama musicale nostrano), stralci di scene teatrali che contrastano presentazioni (anche lodevoli) di attività passate del mondo agricolo e culinario di una società ormai defunta e i cui valori sono sempre meno presenti all'interno della nostra società.

Un autentico "minestrone" in cui tutto viene proposto e venduto un tanto al chilo, come se invece di essere in un vero e proprio evento culturale e/o artistico si fosse in presenza di un Luna Park di attività sconnesse e in gran parte incompatibili tra loro.

Per ammirare un'opera d'arte ci sono infatti gallerie, musei e mostre itineranti che consentono al visitatore di vivere una vera e propria esperienza mistica che consiste nell'entrare in una relazione profonda, intima ed autentica con ciò che gli viene presentato. 

Un approccio esclusivo fondamentale se si intende davvero vivere l'arte in quanto tale e non come la visione di un qualsiasi oggetto.

Altrettanto si può dire della musica di qualità che non può essere ascoltata e suscitare meravigliose emozioni all'interno di un contesto simile a quello di un souk o di una sagra di paese, nei quali invece è più opportuno proporre brani di intrattenimento tesi unicamente a far divertire e distrarre gli spettatori ivi presenti che possono arrivare anche a cimentarsi in balli popolari compatibili con simili manifestazioni.

L'artigianato riguarda aziende che lavorano e operano sul mercato per vendere i loro manufatti e non a caso vi sono in tutto il Paese diverse manifestazioni specifiche in cui queste realtà possono presentare al meglio e ad una clientela realmente interessata le loro creazioni.

Ma non si tratta di arte perché un'opera d'arte coinvolge lo spirito di chi l'ammira attraverso l'anima dell'autore che l'ha realizzata, mentre una prodotto artigianale seppure originale e bellissimo rimane comunque confinato ad una funzione puramente utilitaria e nulla più.

La valorizzazione dei vini avviene al meglio attraverso presentazioni ed assaggi che si svolgono in luoghi preposti a quelle funzioni quali possono essere in primis le cantine ma anche eventi ad hoc esclusivi destinati a diffonderli opportunamente ad una clientela maggiore.

In modo analogo la presentazione di abitudini e attività legate a culture passate e alla loro eredità nel mondo contemporaneo si svolgono in iniziative anch'esse di carattere esclusivo, spesso laboratori in cui il pubblico non rimane un soggetto passivo ma può venire coinvolto in esperienze in cui effettivamente si riesce ad imparare qualcosa di concreto e a capire meglio certi aspetti della vita dei nostri antenati.

Una crescita effettiva che consente un'evoluzione culturale concreta in chi ha la fortuna di poter vivere simili esperienze.

Mescolare tutte queste attività e concentrarle tutte in pochissimo tempo non consente di apprezzarle e viverle nella loro interezza finendo col ridurle ad un ricordo frammentario quanto sfumato ed effimero di un momento della nostra esistenza.

Questo va esattamente all'opposto di ciò che dovrebbero essere soprattutto l'arte e la cultura le quali per esistere concretamente ed esprimersi hanno necessariamente bisogno di potere essere presentate in forme esclusive, accessibili sì a tutti, ma senza il rischio tutt'altro che remoto di venire banalizzate attraverso iniziative che sanno più da supermercato o da fiera campionaria che da luoghi in cui possono venire effettivamente valorizzate ed apprezzate nel miglior modo possibile e come è giusto che sia.


Yvan Rettore