sabato 27 aprile 2024

LA DEMOCRAZIA ITALIANA E' ORMAI UNA FARSA

Ormai si può veramente dire che le elezioni nel nostro Paese sono sempre di più una farsa in quanto non sono più autenticamente rappresentative della volontà popolare.

Ci si è dimenticati che una democrazia non si fonda affatto sulla semplice vittoria di uno schieramento nei confronti di altri, ma bensì sul raggiungimento di un consenso effettivo da parte dei cittadini chiamati al voto.

Orbene, è proprio questo pilastro fondamentale sul quale dovrebbe reggersi qualsiasi paese democratico a mancare sempre di più in modo ormai cronico ed in particolare nelle tornate elettorali locali e regionali.

Siamo giunti al punto in cui gran parte della gente comune diserta in modo massiccio le urne e se il fenomeno appare per il momento più marcato al Sud, anche nel resto d'Italia sta aumentando in modo costante.

Prendiamo le ultime due elezioni regionali che si sono svolte in Abruzzo e Basilicata.

Titoloni in pompa magna su tutte le testate Mainstream ad inneggiare il trionfo del Centrodestra, come a voler affermare un incremento di popolarità dell'attuale Governo Meloni.

Ma i fatti rivelano delle verità ben diverse.

Cominciamo dall'Abruzzo. 

Secondo i dati del Viminale (e non quelli di Paperopoli), i cittadini chiamati al voto erano 1.208.207.

A presentarsi alle urne sono stati poco più della metà di essi, ovvero 630.605 (pari al 52,19% del totale).

Da quest'ultima cifra, bisogna poi sottrarre 18.197 tra schede nulle, bianche e contestate.

Il che ci porta ad un totale di 612.408 voti validi.

La coalizione vincente di Centrodestra si è imposta con 327.660 voti, pari al 53,5% dei votanti e non degli aventi diritti al voto!

Si potrebbe quindi dire una vittoria schiacciante.

Certo, ma se si va a vedere il consenso reale di tale coalizione sull'insieme del corpo elettorale, ovvero di 1.208.207 cittadini, questi scende vertiginosamente per arrivare ad un misero 27,12%!

In parole povere, poco più di un abruzzese su quattro si riconosce nella coalizione vincente.

Altro che trionfo!

Prendendo i dati (sempre secondo il Ministero dell'Interno) relativi alle elezioni regionali in Basilicata, la situazione non soltanto si conferma, ma risulta perfino peggiore.

Laggiù i cittadini chiamati al voto erano 567.939.

A presentarsi alle urne sono stati poco meno della metà di essi, ovvero 282.886 (pari al 49,81% del totale).

Da quest'ultima cifra, bisogna poi sottrarre 12.550 tra schede nulle, bianche e contestate.

Il che ci porta ad un totale di 270.336 voti validi.

La coalizione vincente di Centrodestra si è imposta con 153.088 voti, pari al 56,63% dei votanti e non degli aventi diritti al voto!

Anche in questo caso si potrebbe affermare che si è trattata di una vittoria schiacciante.

Ma non è affatto così, perché il consenso reale di questa coalizione sull'insieme del corpo elettorale, ovvero di 567.939 cittadini, questi giunge soltanto ad un risicato 26,95%!

Questo tipo di operazioni può benissimo essere replicato in tutte le tornate regionali precedenti ed in ognuna di esse si potrà constatare una tendenza simile a confermare che il calo di consensi nei confronti della classe dirigente di questo Paese è ormai un dato di fatto inequivocabile e costante.

Ovviamente, quest'ultima si guarda bene da diffondere questa evidenza perché in realtà l'astensionismo crescente consente soprattutto ai partiti più forti e tradizionali di mantenersi nei posti chiave del potere politico ed istituzionale.

Ma la gente comune non accenna a ridurre sempre di più la fiducia che era riposta in essa.

Questa situazione è dannosa per la tenuta di una democrazia perché sancisce la permanenza di un'oligarchia nelle stanze del potere, la quale finisce quindi sempre col dare priorità agli interessi di pochi privilegiati anziché a quelli dell'insieme della collettività.

Sarebbe quindi deontologicamente corretto che questa informazione completa relativa alle elezioni venisse sistematicamente diffusa da tutta la stampa e che quella parte di corpo elettorale che non si riconosce più nella mediocrità ed inattendibilità della classe dirigente attuale potesse trovare una qualsiasi forma di rappresentanza.

Quest'ultima potrebbe attuarsi mediante l'introduzione di sistemi di controllo e di sanzioni diversi e ben più efficaci rispetto a quelli attuali nei confronti degli eletti da parte del popolo che dovrebbe continuare ad essere il detentore esclusivo della sovranità nel nostro Paese (come sancito dall'art. 1 della Costituzione Italiana).

Di fatto passare da una democrazia formale ad una democrazia autenticamente partecipativa e quindi compiuta.

Anche perché in fondo, siamo noi cittadini comuni a mantenere la classe dirigente e non il contrario.

E quindi perché dovremmo continuare ad accettare una situazione del genere?!


Yvan Rettore




Nessun commento:

Posta un commento