mercoledì 4 novembre 2020

UN PIANETA DI RIFIUTI

 Si può veramente dire che uno dei maggiori problemi e pericoli per l'umanità è rappresentato dall'incremento incessante di rifiuti che si riversano quotidianamente sul nostro pianeta, tanto che ormai si può parlare di un "pianeta di rifiuti".

Se molto è stato fatto in questi anni nei paesi occidentali, altrettanto non si può dire del resto del mondo perché è ovvio che in assenza di ingenti risorse finanziarie risulta praticamente impossibile gestire e dare soluzioni ad una problematica così complessa.
Oltre alla terraferma soffrono di questo fenomeno ormai dilagante in ogni lido anche gli oceani che sono diventati delle vere e proprie discariche.
Attualmente si parla tanto di virus, dimenticandosi però della pericolosità rappresentata da questa enormità di rifiuti sul piano igienico sanitario che sul piano nutrizionale e respiratorio.
Le soluzioni ci sono sia sotto un profilo comportamentale sia sotto un profilo tecnologico, fermo restando che bisognerebbe andare oltre la realizzazione di certe pratiche ed impianti che ormai appaiono oltre che dispendiosi perfino dannosi per l'ambiente e quindi per l'uomo.
Appare ormai fondamentale abbandonare la plastica come materiale da destinare all'imballaggio di prodotti di largo consumo e non solo.
Questo perché la plastica non è affatto biodegradabile e la sua combustione è estremamente inquinante.
Quindi non conviene assolutamente più ricorrervi.
In secondo luogo è necessario andare oltre la logica dei termovalorizzatori che aggravano il fenomeno dell'inquinamento globale anziché risolverlo e risultano piuttosto costosi se raffrontati agli impianti di trattamento a freddo che consentirebbero invece da una parte una separazione idonea di ciò che può essere recuperato e dall'altra la produzione di biogas, combustibile molto meno inquinante e dannoso rispetto a quelli attualmente in uso.
La diffusione generalizzata di tali impianti permetterebbe una evoluzione maggiore della economia circolare intesa non soltanto come un sistema idoneo nel riciclo dei rifiuti ma anche una sua estensione ad altri usi del materiale recuperato.
Com'è la situazione in Italia?
Nel campo della economia circolare, il nostro Paese è leader in Europa (perfino davanti alla Germania e di gran lunga) e fra i primi al mondo e questa realtà è sicuramente un motivo di orgoglio per tutti noi.
Dove invece pecchiamo è nella eliminazione completa degli imballaggi in plastica e ancora di più nella realizzazione di impianti di trattamento a freddo.
Per quanto riguarda il primo punto, oltre al fatto che la cosa toccherebbe non poche imprese produttive, vi è manifestamente una azione ancora largamente insufficiente da parte delle nostre istituzioni nel cercare di superare tale situazione.
Per quanto attiene al secondo punto, vi sono ancora pochi impianti in funzione in Italia.
E' vero che la loro realizzazione su larga scala necessiterebbe di investimenti non indifferenti, ma è anche vero che una volta attivi questi impianti offrirebbero una notevole mole di vantaggi all'insieme della collettività non soltanto sul piano economico ma anche ambientale.
In ogni caso, già partendo dai comuni si potrebbe almeno limitare fortemente l'uso dei confezionamenti in plastica e favorire notevolmente l'affermazione in loco di una economia circolare che potrebbe creare nuovi posti di lavoro ed essere un autentico volano di sviluppo territoriale.
E comunque non si può più andare avanti, continuando a vivere con gli occhi bendati in presenza di questi rifiuti

Yvan Rettore





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