sabato 14 aprile 2018

STATI UNITI, PAESE GUERRAFONDAIO!


Dal 1945 ad oggi, solo Gerald Ford (presidente repubblicano degli USA dal 1974 ale 1977) e Jimmy Carter (presidente democratico degli USA dal 1977 al 1981) non hanno fatto partecipare direttamente il loro paese a conflitti in giro per il mondo.
Però, non lesinarono sui mezzi finanziari e appoggi militari al Piano Condor (a sostegno dei regimi fascisti sudamericani), ai guerriglieri afghani e a Israele nella sua opera di persecuzione del popolo palestinese.
Tutto questo sta a indicare che gli Stati Uniti sono una nazione che non può assolutamente esimersi dal fare guerre e/o dal mantenere la propria sfera d'influenza in modo più o meno violento sull'insieme del pianeta.
D'altronde cosa ci si potrebbe aspettare d'altro da un paese nato da un genocidio di vaste proporzioni e dallo sfruttamento massiccio e criminale di varie etnie, prime fra quelle originarie dall'Africa nera?!
La violenza sembra essere nel DNA di un popolo che crede in gran parte di essere al centro del mondo, ma addirittura di doverne essere per forza la guida.
Una pretesa egemonica che si fonda su un'economia che si regge principalmente su industrie e attività che seminano morte e distruzione o nel migliore dei casi che provocano danni e sofferenze indicibili alle popolazioni di mezzo mondo.
Si va dalle industrie delle armi a quelle chimiche, dalle lobby del petrolio alle multinazionali minerarie e alimentari, dalle attività del crimine organizzato a quelle dell'era internet che stanno sconvolgendo negativamente i rapporti sociali e di lavoro ormai dovunque fino a giungere ai potentati finanziari che sono assolutamente privi di qualsiasi morale e il cui unico credo è fare business a qualunque prezzo.
Un modello di società sbagliato, quello americano, basato essenzialmente sulla competizione, sull'individualismo esasperante e sulla ricerca (ad oltranza) del profitto considerato come un dogma assoluto.
Non durerà, è ovvio, anche perché ormai sono decine di milioni gli occhi di coloro che si sono chiusi per sempre a causa degli interventi yankee (giustificati platealmente con la scusa di difendere la democrazia e i diritti umani, quando sono loro i primi a calpestarli; quanta ipocrisia in questo modo di fare!) e sono centinaia di milioni quelli di coloro che non vogliono più vederli nel giardino di casa loro e che si stanno opponendo (chi con le armi in pugno e chi mobilitandosi nel cercare di unire i poveri in "eserciti di pace e aggregazione sociale") sempre più al dilagare della loro arroganza imperiale che non salverà il paese di zio Sam da un sicuro quanto prossimo tracollo. 
La cosa che mi fa personalmente più male è che ci sarà ancora tanto da soffrire e da piangere per arrivare a questo tanto agognato traguardo.
Però è fondamentale arrivarci perché potrà essere soltanto positivo per l'insieme dell'umanità, compreso per quella parte (e non è affatto poca cosa) del popolo statunitense che non si riconosce assolutamente nello schifo a cui stiamo assistendo impotenti da troppo tempo.



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