Anni fa, quando ancora frequentavo assiduamente il Cadore (una delle mie terre d'origine), mi capitava spesso di recarmi in Val Pusteria, Val Badia e Val di Fassa.
Un giorno mi fermai a pranzare con la mia compagna di allora in un ristorante situato in una piccola località della Val Pusteria.
Avendo involontariamente origliato che avevano un po' di difficoltà a comunicare in Italiano con altri clienti, decisi di interagire con loro direttamente in Tedesco.
Inutile dire che furono felici di questa mia scelta e anche di sapere che ero svizzero.
Ma la cosa che li rallegrò di più è che nel corso della conversazione non usai mai il termine "Alto Adige" per descrivere le bellezze della loro terra, ricorrendo invece esclusivamente al termine "Sudtirolo".
Mi spiegarono che storicamente e culturalmente si sentivano comunque "tirolesi" e che essere indicati come "altoatesini" era una specie di insulto alla loro identità in quanto rientrava in un'attitudine che faceva rivivere un sentimento di occupazione che specie durante il fascismo si era fatta particolarmente intollerante e sprezzante nei loro confronti.
Essendo il sottoscritto pure di cultura ladina, capivo perfettamente questo loro disagio e forse fu anche per quella ragione che decisi di rivolgermi a loro evitando di usare un termine, "Alto Adige", che non ha alcun valenza né storica, né culturale e che risulta essere soltanto una pura invenzione lessicale italiana.
Quindi anche quando mi capita di parlare di Yannik Sinner, non lo indico mai come "altoatesino", ma come "sudtirolese" perché ritengo che sia sempre giusto usare i termini corretti nei confronti di cose e persone e ancor di più in quest'ultimo caso perché l'identità ha un valore e dev'essere comunque sempre rispettata.
E mi sono sempre comportato allo stesso modo anche con altri grandi personaggi noti di quella terra: dal mitico Gustavo Thoeni a Reinhold Messner, dal compianto Alex Langer a Alex Schwazer e tanti altri che hanno reso grande il nostro Paese attraverso le loro imprese.

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