Nell'ultimo romanzo che ho scritto "Giallo Salento", il protagonista è una persona con disabilità e fisicamente risulta essere tutt'altro che attraente.
Un po' ingenuamente, dopo diversi anni ho deciso di partecipare ad un concorso letterario sperando non certo di vincere (chi si autopubblica di solito non ha alcuna possibilità di farcela), ma almeno di finire fra i finalisti.
Questo perché volevo dare un messaggio mediatico forte teso a riconoscere che anche le persone con disabilità e le persone con un aspetto fisico non gradevole possono avere una loro giusta collocazione e considerazione in quel mondo.
Sicuramente qualcosa si è certamente già fatto, anche a livello teatrale e cinematografico, ma finora sono rimaste esperienze episodiche e comunque senza una vera e propria continuità.
Quindi troppo poco!
Inutile dire (penso che lo abbiate già capito) che la mia opera non è stata selezionata fra i finalisti.
Credevo che i tempi fossero cambiati, ma mi sono sbagliato.
Sebbene si parli di più rispetto al passato di individui potenzialmente discriminati quali possono essere appunto le persone disabili o dall'aspetto fisico non piacevole, la scelta della giuria ha confermato la tendenza dominante in atto in cui devono prevalere come modelli di riferimento individui esternamente aitanti e privi di qualsiasi menomazione fisica o mentale.
Quindi esseri belli dal fisico perfetto.
E ogni settore della società volge ad allinearsi di continuo a questi modelli artefatti.
Dal cinema alla pubblicità, dalla letteratura ai social, le immagini che vengono diffuse li santificano a manetta perché sono pienamente compatibili con una politica di conformismo utile alle logiche del consumismo, in cui tutto deve orientarsi verso parametri generalizzanti e banali che ne possano facilitare e agevolare l'affermazione.
Siamo giunti al punto che ci sono sempre più persone che spendono (c'è chi fa anche debiti) fior di quattrini in interventi di chirurgia estetica e altre che vanno letteralmente in depressione o peggio.
Quindi non vedrete mai una pubblicità del "Mulino Bianco" con una persona con disabilità, perché non fa vendere, raramente vedrete protagonisti di film d'azione o con budget colossali in cui i buoni sono brutti o in carrozzina perché non rendono al botteghino e pochissime volte vedrete vincere un premio letterario di dimensione nazionale un autore che ha scritto un'opera che abbiano come protagonista principale individui come quello di "Giallo Salento".
E potrei continuare ancora in altri ambiti, aggiungendo altre frange della popolazione che possono potenzialmente subire forme di discriminazione analoghe a quelle che ho citato fin qui.
Come disse una volta un mio vecchio amico: "Se sei una persona con disabilità, brutto, nero, musulmano e povero in canna, è meglio che ti trovi un'isola deserta in cui stare, perché sta sicuro che gli esseri umani, salvo qualche rara eccezione, ti ignoreranno del tutto e se potranno ti faranno anche del male".
Yvan Rettore
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